Turi Sottile (1934), siciliano.

Apprende i primi rudimenti dell’arte intorno ai nove anni nella bottega di Giuseppe Bella Vasta, un vecchio pittore di estrazione impressionista che lo inizia alla pittura figurativa. Intraprende gli studi classici e comincia a studiare i grandi maestri del passato: soprattutto Henri Matisse, Pablo Picasso, Eugène Delacroix, e poi Piet Mondrian, Willem De Kooning, Hans Hartung e Cy Twombly, dai quali trae linfa per il suo futuro di pittore-artista. Intorno agli anni ’50 si interessa, più per gioco che per reale convinzione, all’arte concettuale. Dal 1952 si dedica esclusivamente alla pittura cominciando a partecipare a diverse mostre e rassegne d’arte. In particolare, la sua prima mostra personale si inaugura a Messina nel ’58. Nel 1967, al piano nobile di Palazzo di Città ad Acireale, inventa e dirige per diciotto anni consecutivi la “Rassegna Internazionale d’Arte”, facendo diventare Acireale centro di un grande evento culturale. Nel 1974 si trasferisce a Roma, e, subito dopo, inizia il periodo dei grandi viaggi culturali e non, che lo portano, in Africa, in Venezuela, in Sud America ma anche in Cina, in Giappone, poi in Australia per ritornare prima in America del Nord (Canada e Stati Uniti) e poi, di nuovo, in America del Sud (Argentina), dove trascorre lunghi periodi di permanenza, esponendo in prestigiosi spazi espositivi pubblici e privati, e tenendo conferenze e corsi di pittura contemporanea in varie scuole ed università argentine. Turi Sottile diventa per l’Italia responsabile e membro della Commissione Internazionale per l’assegnazione dei premi della Biennale Internazionale di Architettura Urbanistica di Buenos Aires. Negli anni 1979-‘80, si reca per una breve permanenza in Russia, dove visita le sei importanti Scuole per la costruzione di icone e, lavorando in una bottega artigiana a Kargopol’, apprende la tecnica per la realizzazione dei preziosi manufatti. Tornando in Italia dipinge le “Immagini catturate” (1978-1981), dove l’oro, steso sulla tela, non è più lo sfondo di immagini sacre, ma lembo che copre una figurazione riemersa dalla storia. In questo clima, in scontro con un’idea persistente e dilagante già a partire dalla fine degli anni ‘70, in forza della quale è il critico d’arte ad impartire gli “ordini” sulle nuove tendenze, nel 1982, Turi Sottile insieme ad altri cinque artisti è tra i fondatori della corrente artistica della “Metapittura” – al di là della pittura – per la quale un quadro ha senso se il suo segno significa qualcosa, il Senso della Presenza nel mondo e nella Vita. Del 1982 sono, le sue prime “Immagini mnemoniche” (1982-1992), nelle quali esplode un rivisitato espressionismo astratto che rimanda alla Natura. Da quegli anni dipinge con particolare attenzione alla evoluzione del segno, che lo conduce dolcemente all’attuale gestualità. Equilibrio di masse, equilibrio cromatico, la ricerca delle texture, delle trasparenze, delle velature, della luce, come pure l’introduzione di nuovi mezzi e supporti diversi, che sostituiscono la tela tradizionale e che costituiscono una sua peculiare invenzione, frutto di un’ostinata ricerca, seguita dall’apparizione sulla tela di nuovi elementi (microballs, iridescenze, rifrangenze), creando così situazioni di luminosità variabili che interagiscono con la “mobilità” dell’osservatore, in relazione al suo variabile “punto di vista”.

Turi Sottile
240,00 

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